Quando e perché rinnovare il logo aziendale
Quand'è che un logo ha bisogno di un restyle?
Di Niccolò Maria Menozzi
Il tuo logo è vivo e come ogni essere vivente nasce, cresce e invecchia. Ogni logo viene creato in un dato periodo e contestualmente a particolari esigenze comunicative o vincoli che non sempre perdurano nel tempo. Magari possiedi già un logo e forse ti accompagna ormai da anni, ma ti sei mai interrogato sulla necessità di dargli nuova linfa?
Perché rinnovare un logo
(Se prima di scoprire perché rinnovarlo vuoi farti un’idea più chiara di cosa sia un logo, puoi leggere questo mio articolo di approfondimento)
I cambiamenti che accompagnano e scandiscono gli anni della tua azienda o della tua attività possono rendere inadeguato il logo che la rappresenta, per vari motivi: non rispecchia più la tua offerta commerciale risultando fuorviante per i clienti, ha una grafica sorpassata che lo fa apparire vecchio o amatoriale, o non è abbastanza professionale quando ti paragoni alla concorrenza e ti sembra di non essere altrettanto accattivante. Questi sono solo alcuni dei motivi che potrebbero sostenere la tua idea di rinnovare il logo aziendale.
Un buon logo, progettato con cura da un professionista, può sostenere un’azienda anche per anni, ma quando si perseguono scelte di rinnovo aziendale – e le motivazioni sono varie – spesso il restyle diventa auspicabile se non necessario.
Dunque, quali sono i casi che solitamente richiedono un restyle del logo? Vediamo assieme alcuni dei più significativi.
Rilancio del brand
Il caso classico di restyle coinvolge un’impresa che desidera ridefinire la propria identità, venendo da un trascorso aziendale di vecchio stampo, con i piedi ben piantati a terra e magari anche in buona salute finanziaria, ma poco attenta alla sua immagine e quindi con del potenziale inespresso che vuole finalmente mettere a frutto.
In questi casi l’azienda non ha mai curato il suo brand ma, di fronte alla sempre più evidente necessità di competere anche online, non può fare a meno di rinnovare il proprio logo. Il logo da rinnovare, di solito, non solo è datato stilisticamente, ma risulta poco efficace sul piano comunicativo e non in grado di raccontare a pieno la realtà aziendale che rappresenta.
Le aziende che necessitano di un restyle di questo tipo sono innumerevoli e spesso questo aggiornamento viene affiancato da un più corposo intervento di rinnovo dell’identità aziendale (nuovo sito Internet, nuove strategie comunicative, etc.). Occasionalmente, quando le misure da adottare si rivelano meno drastiche, il logo può subire un semplice ‘lifting’, come spiegato nel punto successivo.
Aggiornamento stilistico
Spesso le aziende vogliono rinfrescare l’aspetto del loro logo per renderlo attuale.
Più o meno in una decina di anni, il gusto e la sensibilità formale nel panorama grafico subiscono cambiamenti evidenti, determinando l’obsolescenza di certe forme, colori, caratteri tipografici e in generale di quelli che potremmo definire trend stilistici. Talvolta i loghi efficaci progettati con maggiore accortezza, rimanendo impermeabili alle mode, tendono a resistere meglio al tempo; per questo non vige una regola ferrea quanto al come e quando fare un aggiornamento. Ogni caso deve essere valutato in base al suo contesto.
«Le mode sono passeggere e copiare un trend setter è sempre una pessima idea. Ciò nonostante, restare aggiornati sui trend correnti fa parte della strategia di quasi tutte le aziende.»
Kevin Budelmann Yang Kim Curt Wozniak, Brand identity 100 principi per il logo design e la costruzione del brand
Nel 2015, Google ha rivisitato il lettering del suo logo, che iniziava a sembrare superato, passando da un font graziato a uno lineare geometrico: il risultato è un feeling più moderno, fresco e tech, in linea con il gusto stilistico degli ultimi anni.
Riposizionamento
Quando un’azienda decide di ridefinire la propria offerta commerciale, sia essa un servizio o un prodotto, può decidere di modificare il suo logo.
Soprattutto quando un logo comunica in maniera esplicita ed evidente il suo business, il restyle serve per renderlo più idoneo al nuovo mercato sul quale vuole proporsi, mitigando o facendo scomparire quegli elementi grafici che potrebbero confondere i consumatori o che potrebbero compromettere una parte delle vendite.
La catena americana Dunkin’ Donuts, famosa per le sue ciambelle (in inglese Donuts), nel 2019 si è riposizionata modificando il suo logo e rinominandosi semplicemente Dunkin’: sinteticamente, l’obiettivo è mettere sotto i riflettori l’offerta dei suoi altri prodotti, slegando il brand dal solo concetto di ciambella e quindi risultando appetibile per una platea più ampia di consumatori che non è interessata ai dolcetti col buco.
Bad reputation
Quando la mala gestione di un’azienda, o le sue scelte discutibili – morali o manageriali – la rendono non desiderabile agli occhi dei clienti, è il momento di un restyle.
Pensa a prodotti o aziende con una pessima reputazione, come potrebbero esserlo quelle dell’industria delle armi o del tabacco, che desiderano lanciarsi su mercati diversi e che potrebbero risentire economicamente dell’opinione che le persone associano al loro nome e al loro marchio. Oppure, più nel tuo quotidiano, a una pizzeria a domicilio che cambia gestione ma al cui nome tutti continuano ad associare un ritardo inaccettabile nelle consegne, nonostante l’affidabilità ristabilita dal nuovo proprietario. In questi casi, associare un nuovo logo – e un nuovo nome! – all’attività può fare la differenza e attirare non solo nuovi clienti, ma anche alcuni dei vecchi e scontenti.
Il caso di Internet Explorer è lampante. Surclassato in efficienza dagli altri browser (es. Chrome e Firefox) e ritenuto dalle nuove generazioni assolutamente inaffidabile, ha costretto Microsoft a ripensare il suo software dalle radici e, allo stesso tempo, a proporlo nel 2015 con una nuova identità e un nuovo logo: così è nato Edge.
Riorganizzazione aziendale e nuovi mercati
Soprattutto nel mondo delle grandi aziende caratterizzate da complesse strutture organizzative, il restyle avviene alla vigilia di un cambiamento consistente delle dinamiche aziendali, come fusioni, scissioni o espansioni di mercato.
Un nuovo logo può nascere in sostituzione di più predecessori o, al contrario, più loghi possono prendere il posto – o affiancarsi – al vecchio. In questi casi, talvolta il confine fra restyle e progettazione di un logo ex novo è sfumato, ma la necessità fondamentale da considerare resta la stessa: dare un nome e comunicare una realtà che è cambiata o che prima non esisteva.
Zara, il noto brand di abbigliamento del gruppo spagnolo Inditex, nel 2003 ha fondato Zara Home, per espandere il proprio mercato al settore degli articoli per la casa, dedicandogli un logo specifico.
Un nuovo logo e oltre
Ti ho voluto parlare di restyle del logo perché è la punta di diamante nella comunicazione di ogni grande azienda e nessun business che si rispetti vorrebbe fregiarsi di un marchio non all’altezza del suo valore. Eppure non dimenticare mai che un logo trae forza e prospera nell’ambiente in cui vive: questo habitat è la brand identity. Un buon logo senza la sua brand identity è orfano.
«La parola chiave è “identità”, non “logo”. Che sia visiva, aziendale o di marca, è l’identità il fattore comune a tutto ciò che collega tra loro questi termini. Il logo è il livello più elementare di un’identità.»
Lava da Progettare un logo, Paula Yacomuzzi
Quando un’azienda si accinge ad aggiornare il suo logo dovrebbe sempre valutare se è il caso di compiere un rinnovo a 360°.
Il tuo logo ha bisogno di un restyle?
Che questo articolo ti abbia schiarito le idee o che, al contrario, abbia sollevato dei legittimi dubbi quanto all’immagine della tua azienda, magari è il caso di fare due chiacchiere con un professionista.
Parliamone!
Fonti
Paul Middleton, Logo design
Daniele Baroni, Il manuale del design grafico
Kevin Budelmann Yang Kim Curt Wozniak, Brand identity 100 principi per il logo design e la costruzione del brand
Paula Yacomuzzi, Progettare un logo