Il logo e la sua importanza

Perché avere un logo per la tua azienda o per la tua attività

Qualunque sia l’attività di cui ti occupi, se uno dei tuoi obiettivi è lasciare un’impronta nella memoria delle persone, quasi sicuramente ti serve un logo. Avere un logo e saperlo utilizzare è una delle soluzioni più essenziali ed efficaci per farsi riconoscere fra i concorrenti. Scopriamo qualcosa su questo tema: cos’è, a cosa serve e come deve essere un buon logo.

Che cos’è un logo?

«Un logo deve contenere tutto ciò che vuoi dire al primo sguardo. Si tratta di un elemento di design estremamente concentrato… come la punta dell’iceberg. Alle sue spalle ci sono un’azienda, una filosofia, pensieri e considerazioni, e molti loghi scartati che nessuno vedrà mai.»

Claudius Design da Progettare un logo, Paula Yacomuzzi

Il logo è l’elemento più piccolo e sintetico dell’immagine aziendale o di un’attività e costituisce uno dei fondamenti essenziali sui quali si fonda la sua brand identity, assieme a tante altre soluzioni e scelte finalizzate a concretizzare l’idea di quella realtà lavorativa nella mente delle persone.

È difficile pensare a qualsiasi grande azienda senza evocare nella nostra mente il suo logo: la M di McDonalds, la mela di Apple, il cavallino di Ferrari, il fiore di Conad, il coccodrillo di Lacoste, il baffo di Nike…
Allo stesso tempo, anche le attività più piccole ne possiedono uno, soprattutto quando hanno una discreta consapevolezza della propria immagine agli occhi degli altri. Basti pensare alle boutique d’abbigliamento nel centro storico della tua città, a qualche gelateria che conosci, a un piccolo blog online che leggi o a una pagina Facebook che segui.

Logo Allodi

Ogni azienda che ha consapevolezza della propria identità adotta un logo per distinguersi, anche se è una piccola realtà imprenditoriale, come Allodi Apicoltura.

Quando si parla di logo spesso si parla anche di brand identity, ovvero l’insieme degli elementi di riconoscimento che agevolano il consumatore nell’identificazione di un prodotto o servizio, come nome, simboli, slogan, jingle, etc. Benché al giorno d’oggi questa struttura abbia assunto innumerevoli declinazioni e strategie visive, talvolta sperimentali e imprevedibili, nella maggior parte dei casi il logo continua a costituirne una parte imprescindibile.

A cosa serve?

Le necessità che portano alla creazione di un logo possono essere molto ampie e sfaccettate ma, nonostante questo, proverò comunque a sintetizzarle con le due più comuni ed essenziali.

Innanzitutto il logo serve per comunicare agli altri in modo univoco la paternità di un prodotto, di un servizio, di un evento o – nel caso del web – di un contenuto digitale o di uno spazio come un sito Internet; vale a dire sancire banalmente quello che è mio e non della mia concorrenza. Questo principio, oltre ad essere molto efficace, è antichissimo ed è stato riscontrato, ad esempio, nei primi marchi del bestiame.

Secondariamente, con il suo aspetto, il logo serve a comunicare un nucleo di concetti particolarmente significativi per la realtà aziendale che deve rappresentare.

Logo Mercatino del Libro RE

Il logo del Mercatino del Libro di Reggio Emilia è essenziale: ne mostra il nome e al contempo ricorda un codice a barre e uno scaffale di libri, evocando immediatamente la sua realtà. I colori vivaci gli conferiscono un tono amichevole e informale.

Che sia la potenza di Lamborghini o la magia di Disney, ogni logo – e in senso più ampio ogni brand identity – spesso comunica una promessa di valore, ovvero genera un’aspettativa che gratificherà il cliente se, una volta entrato in contatto con l’azienda, i suoi servizi o i suoi prodotti, troverà conferma.
Questa promessa di valore a volte è più semplice e immediata, altre volte è più ermetica e vaga: in estrema sintesi, il logo provoca una suggestione emotiva nell’osservatore.
Questa suggestione emotiva è tanto più forte, coinvolgente ed efficace, quanto più il logo è coerente con l’immaginario grafico che lo circonda, con l’operato aziendale e con la qualità della sua offerta.

Si può dire che, come un buon liquore trae parte del suo sapore dal legno nel quale invecchia, nel tempo il logo assorbe tutti gli aspetti positivi di una azienda e li riflette verso gli osservatori che lo riconoscono.
Senza logo, un’azienda non riesce a esprimere tutto il suo valore in modo così sintetico e le persone fanno più fatica a idealizzarla, in mancanza di un punto di riferimento così distintivo.

Parimenti, quando un’azienda non riesce a portare valore nelle vite dei suoi clienti e persegue scelte imprenditoriali inefficaci non sarà un logo, per quanto ben realizzato, a garantirle il successo: il logo amplifica ed esalta le qualità di un’azienda, ma non le crea.

Come deve essere?

«Ho imparato che si deve sottoporre un logo a mille test, ma anche che non si deve più metterlo in discussione una volta che se ne è finalmente scelto uno. Un logo dev’essere adattabile a tutti i supporti che vengono in mente. Ma ho anche imparato a non prendere tutto troppo sul serio. Se conosci le regole, puoi infrangerle.»

Bleed da Progettare un logo, Paula Yacomuzzi

Ogni logo è diverso, parla a un pubblico diverso e si muove in un contesto geografico e temporale diverso, spesso irripetibili.
Per questo non esistono regole ferree che sanciscono cosa deve rappresentare un logo – e quindi cosa deve comunicare – anche se, nella maggior parte dei settori, si ritiene auspicabile che faccia perno su elementi visivi che risuonino in qualche modo nella mente dei possibili clienti. Dopotutto, molti loghi sono destinati anche e specialmente a loro e non avrebbe senso proporne uno che non suggestioni la loro idea di quel particolare settore.

Tuttavia, pur non essendoci un manuale del logo perfetto, ci sono delle accortezze e alcune linee guida che i designer professionisti sanno sfruttare per realizzare dei loghi cuciti sul proprio cliente e che li distinguono dal lavoro fatto da un amatore improvvisato.
Alla base della progettazione ci deve essere un metodo razionale e la consapevolezza che non si sta facendo un disegnino che risponda solo al gusto estetico del suo proprietario, ma che si sta realizzando uno strumento comunicativo con degli obiettivi precisi ai quale attenersi.

Tenuto conto di questi obiettivi, un logo nasce dall’incrocio di molti vincoli progettuali che escludono automaticamente tutte le opzioni non adeguate, illuminando solamente quelle poche vie percorribili rimaste.
Ci sono necessità di posizionamento (coerenza con gli obiettivi aziendali e con il target dei clienti), di riconoscibilità (diversificazione dalla concorrenza, coerenza con il settore di riferimento), legali (rispetto dei diritti sui marchi già registrati) e tecniche (armonia e leggibilità in piccola dimensione). A questi e altri vincoli talvolta si aggiungono alcune condizioni arbitrarie, che spesso derivano da richieste figurative specifiche del cliente alle quali non desidera rinunciare.

Logo torneo schermistico Totentanz

Il logo del torneo di scherma storica Totentanz Tournament doveva evocare il combattimento e essere iconico, uscendo dagli schemi del settore schermistico con un taglio più sportivo. Il lavoro ha preso vita quasi naturalmente: cosa c'è di più iconico ed evocativo di teschi e spade in salsa NBA?

Come le sculture di Michelangelo nascoste nel blocco di pietra, anche i loghi sono già lì, in attesa che qualcuno scarti tutto il superfluo e li faccia emergere.
Il designer, come lo scultore, conosce gli strumenti e ha tutta l’esperienza per compiere la ricerca e l’analisi necessarie per sgrossare il blocco delle idee fino a raggiungere la soluzione più indicata per il cliente e darle una forma definitiva efficace.
È un processo che richiede pazienza e che beneficia di grandi vantaggi quando è portato avanti da qualcuno che ha ampia conoscenza del settore della grafica e che sappia trarre le giuste conclusioni dai feedback che gli arrivano direttamente dal cliente.

Tu hai bisogno di un logo?

Se, ragionando sul nuovo progetto che vuoi lanciare o sulla tua attività che vuoi rinnovare, ti sei posto questa domanda e non hai ancora trovato risposta forse è il caso di schiarirti le idee chiacchierando con un professionista.

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Fonti

Paul Middleton, Logo design
Daniele Baroni, Il manuale del design grafico
Kevin Budelmann Yang Kim Curt Wozniak, Brand identity 100 principi per il logo design e la costruzione del brand
Paula Yacomuzzi, Progettare un logo