La differenza tra realtà aumentata (AR) e realtà virtuale (VR)

Cosa cambia tra AR e VR, spiegato in modo semplice

Realtà virtuale e realtà aumentata esistono ormai da anni, ma a volte le persone le confondono ancora. In questo articolo puoi trovare una spiegazione chiara e concisa delle loro principali caratteristiche.

La realtà aumentata

La realtà aumentata (in inglese augmented reality o AR) aggiunge informazioni digitali all’ambiente reale con un sistema di sovrapposizione che accoppia l’immagine di ciò che esiste con elementi generati da un software.

L’AR viene fruita dagli utenti attraverso lo schermo di uno smartphone, di un tablet o di occhiali progettati specificamente per questo tipo di tecnologia (ad esempio i Google Glass).
Un software (di solito una app mobile o una web app) interagisce con alcuni strumenti e sensori del dispositivo mobile che gli permettono di mostrare i contenuti per i quali è stato progettato.

Tipica scena di gioco a Pokemon Go

Nel 2016 il gioco Pokémon Go di Niantic è diventato un vero fenomeno allargando la popolarità della AR.

Solitamente queste applicazioni prevedono l’uso della fotocamera per raccogliere informazioni visive dell’ambiente circostante.
La fotocamera inquadra elementi reali, il software AR li riconosce e restituisce i contenuti sovrapposti che l’utente può vedere e con i quali può interagire attraverso lo schermo del dispositivo.

Utilizzo dell'applicazione IKEA Place

Nel 2017 IKEA ha rilasciato la sua app Place, che permette di valutare l’arredamento nelle case degli utenti prima di acquistarlo.

Si può parlare di realtà aumentata anche in assenza di aspetti visivi. È il caso di app che forniscono input audio. Un esempio è la app Android Zombies, run! che fornisce all’utente una serie di podcast da ascoltare su una finta apocalisse zombie. Mentre si fa jogging il mondo cade in rovina e si deve correre mantenendo un buon ritmo per fuggire dai lamenti degli zombie che si avvicinano.

In sintesi la AR arricchisce la realtà con contenuti digitali. A differenza della realtà virtuale, non rende l’utente estraneo al contesto fisico nel quale si trova.

In ambito B2C può essere usata per offrire ai consumatori esperienze più ampie, interagendo con prodotti fisici ed etichette riconoscibili dalla app AR, per dare accesso immediato a materiale aggiuntivo (video, offerte, alternative, approfondimenti, ecc…).
In altri settori lavorativi può fornire supporto tecnico durante la didattica o gli interventi su macchinari e impianti.
In caso di manutenzioni complesse di perforazione, può essere usata anche per rintracciare elementi non visibili, come una rete idraulica o elettrica.
Le possibilità d’uso sono davvero molte.

Un chirurgo mentre indossa occhiali per AR

Gli occhiali per AR permettono di fruire informazioni utili senza intralciare lo svolgimento di altre attività, come tenere sempre sotto controllo i parametri del paziente durante un’operazione chirurgica.
La realtà virtuale

La realtà virtuale (virtual reality o VR) non agisce sul mondo che ci circonda ma cala la vista (e talvolta l’udito) dell’utente in un ambiente digitale a sé stante. Per sperimentare un’esperienza di realtà virtuale è necessario un visore dedicato che isoli lo sguardo della persona, escludendo l’ambiente reale.
Ci sono diversi visori, come Oculus Rift o Oculus Go, oppure Samsung Gear VR e Google Cardboard che invece funzionano collegandosi agli smartphone (anche Youtube fornisce molti contenuti VR/360 accessibili con questa modalità).

Una persona mente indossa un visore per realtà virtuiale

La realtà virtuale immerge l’utente in un ambiente completamente separato dal mondo fisico che lo circonda e per farlo sono disponibili visori prodotti da varie marche.

Grazie alla realtà virtuale, l’utente può spaziare con la vista guardando in tutte le direzioni proprio come nel mondo reale. L’unica differenza è che ciò che vede è completamente frutto di un software che mostra un ambiente immaginario modellato in grafica 3D, oppure una ricostruzione di un ambiente reale realizzata con speciali telecamere 360.

Le possibilità della VR sono infinite. Videogames, spazi espositivi virtuali, prototipi per l’architettura in scala 1:1… In generale gli unici limiti sono la fantasia dei progettisti e il livello di interazione dell’utente con l’ambiente nel quale si immerge.

Le differenze in termini di hardware e limiti tecnologici

Si tratta di due tecnologie in ascesa e dal grande potenziale, ma che presentano ancora alcuni limiti tecnici che ne rallentano la diffusione.

Per l’AR il prossimo grande passo sarà la produzione di occhiali AR a basso costo. La loro diffusione aprirà la strada a esperienze realmente frictionless massimizzando la praticità di utilizzo rispetto a smartphone e tablet.

Quanto alla VR, negli ultimi anni sono stati sviluppati dispositivi per arricchire questo tipo di esperienza, espandendo il coinvolgimento dell’utente oltre l’aspetto visivo.
Questo hardware comprende principalmente dei joysticks che permettono di interagire con il mondo virtuale, come quelli sviluppati per smartphone da SBS, e dei tapis roulant multidirezionali, come il KAT Walk C di KAT VR o il treadmill Infinadeck, che garantiscono all’utente un’elevata possibilità di movimento, senza limiti dettati dallo spazio reale circostante.

Una persona indossa un visore per realtà virtuale mentre interagisce con il mondo virtuale usando dei joystick

La realtà virtuale non è solamente un’esperienza visiva: con l’hardware giusto è possibile esplorare il mondo digitale e interagire con esso.

Come per la AR, anche in questo caso l’utenza è in attesa di un balzo tecnologico che possa abbattere i costi per il consumatore finale mantenendo alte prestazioni in termini di grafica ed usabilità.

Ora che la distinzione tra le due tecnologie è più chiara, se la tua azienda è interessata al mondo delle tecnologie di realtà aumentata, contattaci, abbiamo i professionisti che fanno al caso tuo.