Cosa sono le certificazioni ESG

Di che si tratta e perché sono sempre più importanti

Più i temi ambientali diventano centrali nelle politiche europee e mondiali, più le aziende devono attrezzarsi per aderire ai criteri di conformità emanati dagli organi attivi nel processo di miglioramento della sostenibilità delle attività umane. In questo contesto fa capolino un acronimo sempre più presente nel dibattito: ESG. Vediamo di cosa si tratta e perché è d’interesse per le aziende.

ESG sta per Environment, Social e Governance e sintetizza una serie di aspetti significativi in ambito finanziario, che possono essere presi in considerazione dagli investitori che valutano le aziende quotate in borsa anche sulla base di temi sociali, ambientali e di politiche aziendali. In un certo senso si tratta di criteri valutativi etici che possono guidare l’andamento del mercato.

L’acronimo è in circolazione da molti anni, ma è intorno al 2008 che tra le varie buzzwords come green, eco e ethical emerge ESG come la sigla preferita per descrivere questi fattori e nel 2021 molte organizzazioni hanno iniziato a mappare i processi di aderenza ai valori ESG per definire degli standard valutativi in modo più chiaro.

In particolare l’Unione Europea ha acquisito un ruolo prominente nel mercato azionario legato agli asset sostenibili, posizionandosi in testa al resto delle altre potenze mondiali. Più in generale alcuni studi hanno evidenziato l’interesse crescente per questo argomento, con investimenti in aumento e i capitali che si spostano su attività aderenti ai criteri ESG. Ad esempio, dal 2012 al 2020 il valore degli asset è cresciuto da 13,6 a 35,3 bilioni di dollari americani.

Come si può intuire, la diffusione del fenomeno è influenzata da differenze geografiche e da molti altri fattori che “diluiscono” la sua omogeneità. Ci sarebbe molto altro da raccontare, ma se vuoi saperne di più datti il tempo di leggere almeno la pagina Wikipedia dedicata all’argomento e ricordati che puoi cercare anche altre fonti per farti un’opinione più articolata.

Fatto questo preambolo introduttivo dovresti avere assimilato un po’ del contesto legato al mondo ESG. Possiamo quindi procedere più nel dettaglio.

Cosa sono le certificazioni ESG?

Probabilmente stai leggendo questo articolo proprio perché hai sentito parlare, o ti hanno parlato, delle certificazioni ESG. Avrai già intuito che si tratta di quei riconoscimenti che certificano l’aderenza di un’azienda a specifici standard riconducibili alle tre dimensioni toccate dal mondo ESG.

Innanzitutto puntualizziamo una cosa: non ci sono una o più certificazioni specificamente denominate “ESG”, bensì una serie di certificazioni con altra denominazione, le quali per comodità ricadono tutte sotto a questo cappello. Ottenere una o più certificazioni di questo tipo equivale ad aderire in toto o in parte agli standard necessari per potersi definire ESG-compliant, conformi ai valori ESG.

Ecco una lista di alcune delle certificazioni associate alle dimensioni ESG:

  • UNI EN ISO 14001:2015 - Sistemi di gestione ambientale
  • UNICEI EN ISO 50001:2018 - Gestione dell’energia
  • ReMade in Italy
  • Plastica seconda vita
  • FSC catena di custodia
  • EMAS 1221/2009
  • UNI EN ISO14064-1:2019 - Carbon Footprint di Organizzazione
  • UNI EN ISO 14067:2018 - Carbon Footprint di Prodotto
  • Certificazione BCorp per il riconoscimento di impresa Benefit
  • SA 8000 – Sistemi di gestione della responsabilità sociale
  • UNI ISO 20121 Sistemi di gestione sostenibile degli eventi
  • ESG-SDGs Rating:2022 - Sistemi di gestione per lo sviluppo sostenibile delle organizzazioni o di prodotto
  • SRG88088 - Sistemi di gestione per la sostenibilità ESG delle organizzazioni
  • UNI/ PdR 125:2022 - Sistemi di gestione per la parità di genere.
Come ottenere la certificazione ESG?

Come hai visto sotto al nome ESG si riassumono svariate certificazioni per le quali sono necessarie procedure di rilascio ben precise. Ciò comporta innanzitutto l’acquisizione di tutte le nozioni di base fondamentali per comprendere l’argomento. Esistono delle linee guida standard che dettano le basi per la misurazione delle performance aziendali. Conoscere e comprendere questa documentazione è il prerequisito.

Fatte proprie le regole di gioco si passa all’auto-valutazione dello stato aziendale: quali e quanti aspetti aderiscono ai requisiti richiesti e su quali è richiesto ulteriore lavoro di allineamento. Chiaramente ciascuna delle tre dimensioni ESG richiederà la valutazione di dati e il coinvolgimento di professionalità specifiche.

L’auto-valutazione è funzionale alla strutturazione di una strategia, fatta di obiettivi e progetti aziendali finalizzati al raggiungimento di nuovi traguardi in ambito ambientale, sociale e di governance. In seguito, la strategia viene affrontata con soluzioni operative mirate. Ciò che manca all’azienda e che le serve per il raggiungimento delle certificazioni prende la forma di iniziative e progetti dall’output misurabile nel tempo. Generalmente questo output è costituito da dati, raccolti con l’ausilio di software e altri strumenti in grado di standardizzare le informazioni.

Quando i dati raccolti sono aderenti agli obiettivi aziendali e ai requisiti di certificazione è il momento di chiudere la procedura. A questo punto può partire il processo di certificazione vero e proprio. L’azienda contatta una delle varie organizzazioni qualificate e si sottopone al vaglio secondo i criteri adottati dal certificatore.

Comunicare il valore della certificazione ESG

Conseguire una certificazione in ambito ESG è un risultato importante e l’ultimo passo di un processo lungo e articolato, che vale la pena di comunicare opportunamente, per far sì che gli stakeholder che gravitano attorno all’azienda siano ben consapevoli del nuovo valore ottenuto. Investire tempo ed energie nella promozione dei traguardi ESG è un modo per valorizzare questo investimento ed attrarre altri soggetti interessati a tessere nuove reti di business. Che sia con campagne social, con eventi dedicati, articoli e soprattutto con report di sostenibilità ben studiati ed adeguatamente divulgati, i valori espressi dalla certificazione devono godere di risonanza mediatica.

Perché ottenere la certificazione ESG?

Ci sono aziende d’interesse pubblico o ad alto impatto ambientale che devono sottostare a specifiche norme emanate da organi politici, come nel caso delle Direttive dell’Unione Europea. In questi casi i bilanci di sostenibilità sono un obbligo.

In altri frangenti, pur non essendoci obblighi legali, le aziende adottano una condotta virtuosa e pubblicano volontariamente la loro documentazione in ambito ambientale, sociale, etc.

Il mercato globale nel quale ci muoviamo tiene in considerazione questi aspetti e, laddove vengono coltivati impegno, comunicazione e trasparenza, le aziende possono crearsi nuove opportunità, attrarre investimenti e migliorare la loro reputazione agli occhi di un mondo sempre più attento all’impatto del lavoro sulla natura e sulle persone.

Le certificazioni sono uno strumento imprescindibile per comprovare un impegno di natura etica che, altrimenti, sarebbe privo di fondamenta oggettive e che scadrebbe nel cosiddetto greenwashing, un fenomeno di facciata che già da anni ha sollevato critiche da parte di attivisti e consumatori. La certificazione è un passo nella direzione giusta e sancisce l’inizio di un percorso di miglioramento concreto e verificabile.

Quanto costa la certificazione ESG?

Come sempre, la risposta è: dipende. Le certificazioni sotto al cappello ESG sono tante e le organizzazioni che si occupano della validazione della tua azienda possono applicare costi e parcelle differenti.

Proporre una stima standard sarebbe difficile, soprattutto considerando che la dimensione dell’azienda sottoposta a certificazione influisce sulla complessità delle procedure da seguire. Più il sistema è complesso più è probabile che il flusso di analisi richieda tempo e precisione, quindi risorse. È possibile che i certificatori richiedano una tariffa applicata all’attivazione della procedura, in aggiunta ai costi veri e propri del periodo di valutazione, che potrebbe essere limitato nel tempo o potrebbe protrarsi lungo una finestra temporale più ampia, con controlli periodici.

Dreamonkey può aiutarmi ad ottenere la certificazione ESG?

Dreamonkey si occupa da tempo di IoT (Internet of Things) e IIoT (Industrial Internet of Things), due ambiti strettamente legati al mondo ESG. Con l’esperienza maturata nel settore dell’automazione industriale, della supply chain e di altri settori del B2B siamo un partner tecnologico ideale per strutturare progetti di raccolta e aggregazione di dati aziendali.

Dreamonkey è in grado di supportare la tua azienda su più fronti, permettendoti di raccogliere i dati necessari per conseguire le certificazioni. Ti affianchiamo dal momento dell’analisi preliminare di fattibilità della raccolta dati, ci occupiamo dell’installazione della sensoristica, configuriamo la tua piattaforma di aggregazione dei dati e formiamo il tuo personale.

A tal proposito forse ti interesserà conoscere Koioty, il nostro Data Collector Supervisor (DCS), ovvero una piattaforma Industrial IoT pensata per gestire tutti i tuoi dati aziendali strategici inclusi quelli relativi alle metriche ESG, ovviamente.

Siamo tecnici molto esperti sul piano informatico, ma il nostro contributo non si limita solo al software di alto livello. Dreamonkey si avvale anche del supporto di partner specializzati nella gestione di tappe specifiche del progetto. Ad inizio lavori coordiniamo l’installazione dell’hardware e la configurazione delle reti di raccolta dati e, mentre creiamo (o adattiamo) le tue infrastrutture, i nostri consulenti ti affiancano nelle procedure di analisi strategica, definizione dei KPI e di avvicinamento alle organizzazioni certificatrici.

Ti offriamo un supporto a 360°, chiavi in mano: valutiamo gli obiettivi, definiamo le risorse necessarie alla raccolta dati, monitoriamo i tuoi risultati e ti accompagniamo nel percorso burocratico fino al rilascio delle certificazioni.

Contattaci, non vediamo l’ora di conoscere i dettagli del tuo progetto.